Pisanu e Veltroni

Lavorare per un diverso clima politico

di Antonio Del Pennino

L’articolo apparso su "Il Corriere della Sera" a doppia firma di Giuseppe Pisanu e Walter Veltroni rappresenta un fatto politicamente rilevante e merita alcune considerazioni.

Che un esponente di rilievo del Pdl e l’ex segretario del Pd sentano la necessità di formulare una proposta comune è già di per sé un elemento che non può essere trascurato.

Ma è il merito delle considerazioni che i due autorevoli uomini politici avanzano che va sottolineato.

Essi partono dalla constatazione del fatto che il dibattito in Parlamento si è tradotto in una rissa: e ciò in una fase di difficoltà economiche per il Paese e mentre una guerra è in atto nell’area del Mediterraneo ed investe direttamente le nostre frontiere. E sottolineano come "troppo a lungo si è governato il nostro Paese ‘contro’ qualcuno e qualcosa".

E’ un’esplicita critica al bipolarismo selvaggio che ha caratterizzato la cosiddetta Seconda Repubblica e di cui portano la responsabilità entrambi gli schieramenti di cui Pisanu e Veltroni sono rappresentanti.

Proprio per questo il loro articolo appare significativo di una capacità di riflessione che è ormai estranea alla maggioranza degli esponenti politici italiani.

Pisanu e Veltroni rivendicano il valore della Costituzione repubblicana (anche se, secondo noi, malamente modificata per quanto riguarda l’art.68 e il titolo V) e ne ripropongono i valori fondamentali per un confronto sereno che superi "l’attuale stretta del bipolarismo immaturo e litigioso".

Non si può non condividere questa valutazione, anche se - senza toccare gli equilibri rappresentati dalle istituzioni di garanzia (Presidenza della Repubblica e Corte Costituzionale) - alcuni aggiornamenti della Carta fondamentale vanno introdotti.

Ma il problema di fondo resta quello di un diverso clima politico.

Pisanu e Veltroni ipotizzano un Governo di decantazione, che nasca da un ampio ed esauriente confronto parlamentare, che ponga mano alle emergenze in corso, riformi la legge elettorale e consenta poi ai cittadini di scegliere tra proposte alternative di governo.

Personalmente sarei favorevole a questa soluzione, ma la vedo difficilmente praticabile dopo il voto del 14 dicembre. Anche se ritengo che la riforma della legge elettorale - e in senso più proporzionale di quanto non pensino Pisanu e Veltroni - rappresenti un obiettivo prioritario da perseguire.

Ma se alle voci responsabili di Pisanu e Veltroni si unissero quelle di altri esponenti, più organici rispetto alle leadership dei due maggiori schieramenti, si potrebbe aprire un confronto che, anche con l’attuale governo, consenta di giungere a superare la logica della contrapposizione frontale e di porre mano alla riforma della legge elettorale.

Se queste voci non si levassero e continuasse, invece, l’attuale logica del tutti contro tutti, perché Pisanu e Veltroni non pensano ad una iniziativa comune per rompere l’attuale bipolarismo selvaggio?

Di sicuro renderebbero un grande servizio al Paese.